TUTTI AL MARE (con l’Arnaldo)! di Daniel Capurro
Carissimi! Ben trovati! So che le mie prossime parole faranno di me il bersaglio di svariate e meritatissime rappresaglie quali il chewing-gum nella serratura della macchina e lo sputo a tradimento dal balcone, ma per dovere di cronaca vi comunico che mentre vi scrivo queste righe il mio eburneo e statuario corpicino è esposto ai cocenti raggi del sole marittimo toscano.
Non ci credete? E allora ascoltate!
…
Dunque? Sentiti gli indisponenti stridii dei gabbiani, sentito l’incessante chiacchiericcio da suocera della risacca, sentiti i babelici gridolini dei bambini che corrono e le multietniche bestemmie dei genitori che li rincorrono? Invidiosi?
Ebbene, non temete! Anche a voi fra breve parrà di essere qui! Seguite questi semplici consigli!
Innanzitutto, indossate il costume e posizionatevi sotto una bella lampada potente, vicini vicini… più vicini… ecco, così! Già grondate sudore ed imprecate per il calore? Ottimo.
Adesso mandate vostro figlio o la badante o chi vi pare giù in cortile, fategli raccogliere una secchiata di sabbia spessa e possibilmente lorda, mescolatela a sale grosso e fino, e infine gettatevi addosso tale miscela abrasiva, di modo che s’appiccichi per bene alla vostra pelle sudata, avendo cura di far penetrare adeguatamente la mistura fin dentro il costume. Pronti ad uccidere per una doccia? Perfetto.
Ed ora, per completare la suggestione, immaginate.
Immaginate i suoni, i colori, gli odori. Ma soprattutto, immaginate la fauna.
Ecco, guardate là, dal mare esce con la sua tipica andatura impettita uno splendido esemplare di tamarrus pelagicus, o torello delle sabbie, caratterizzato dallo spropositato sviluppo muscolare, da una criniera unta e bisunta e dalla curiosa abitudine di alterare il volume del pacco del proprio striminzito costume con ingenti imbottiture di cotone idrofilo.
Imbottiture che attirano gli avidi sguardi di una panterona etno-chic, particolare razza di felini femmina convinti che ogni macchia da leopardo sul costume tolga loro un anno di età.
Ma la nostra cacciatrice, già pronta a ghermire la preda con i suoi laccatissimi artigli, si trova la visione del suo obiettivo improvvisamente impedita dal transito di uno stuolo di bambinus correntibus, un piccolo, fastidioso animale che si sposta in branchi di innumerevoli esemplari capaci, al loro passaggio, di sollevare nubi di sabbia che permangono nell’aria per ore intere.
Quando finalmente la silicea tempesta si placa, il torello delle sabbie si è ormai allontanato, e alla nostra panterona non rimane che tornare dalla femmina di pagurus timidus che la accompagna.
Il pagurus timidus, animale notoriamente masochista, è riconoscibile per la sua livrea inusuale, composta di capi di vestiario dai colori scuri che ricoprono l’individuo da capo a piedi quand’anche la temperatura esterna superi i 35°C all’ombra. Tale comportamento, forse legato a rituali di accoppiamento, rimane tuttora inspiegabile.
Ma spostiamo altrove la nostra attenzione, e osserviamo una delle razze maggiormente diffuse nelle zone litoranee: il cetaceus spiaggiatus, o balena arenata.
Di questo animale si trovano sulle nostre spiagge esemplari di entrambi i sessi e di ogni età, dal cucciolo di pochi anni già smodatamente lardoso all’esemplare ormai anziano con le trippe che debordano da ogni parte del mai sufficientemente contenitivo costume.
Di questa razza è certamente interessante osservare la livrea, di frequente caratterizzata da fantasiosi accostamenti di pelle dal candore abbagliante e dall’allarmante rossore.
In particolar modo, sono assai diffuse la varietà “T-shirt”, con braccia e nuca violacee e tronco di un bianco latteo (ma che entro breve tempo virerà ad uno sgargiante fuxia), e la variante “Ad minchiam”, in cui i complicati arabeschi avorio e porpora sono indicativi dell’assoluta incapacità dell’esemplare di spalmarsi uniformemente la crema solare.
Molte ancora sarebbero le meraviglie di cui potremmo parlare, come ad esempio il morocco tarocco, infestante marsupiale capace di trasportare incredibili quantità degli oggetti più disparati e che si esprime con versi dal significato incomprensibile; oppure la gnocca madonniensis, animale malauguratamente rarissimo che ormai è quasi impossibile avvistare sulle nostre spiagge.
Ma il tempo è tiranno, e lo spazio pure. Pertanto, cari lettori, è ora di spegnere la lampada, scrollare il ghiaione dal costume, e tornare alle vostre quotidiane incombenze.
Ma tranquilli, ora la vostra immaginazione conosce la via per il bestiario fantastico del Mare Nostrum, quindi se doveste sentire nostalgia di quelle plaghe potrete tornarci quando vorrete.
E se questo non vi fosse possibile, beh… vi rimarrà comunque la soddisfazione di potermi sputare dal balcone mentre vi passo sotto casa.